Liberalismo e anarchismo, un dibattito del 1988, nel ricordo di Claudio Venza 


https://www.youtube.com/watch?v=rl7dB8oSQDw



L’idea di organizzare un dibattito su liberalismo e anarchismo era venuta in mente al mio amico Claudio Venza forse già nel 1970, quando io ero vicesegretario provinciale della Gioventù Liberale Italiana e ancora studente liceale, o forse subito dopo il 1971, quando ero divenuto da poco un dirigente del Partito Radicale.

Claudio Venza, recentemente scomparso, e purtroppo dopo una brutta e lunga malattia che non ne aveva fiaccato l’impegno politico e culturale, era una singolare figura di leader (sostantivo che egli certo respingerebbe con sdegno) del movimento anarchico. Era dotato di un paio di qualità probabilmente non sovrabbondanti in quello come in altri ambienti improntati a una forte radicalità politica, soprattutto a quell’epoca, quando un dogmatismo cocciuto e un’esibita severità militante, non certo la mitezza, erano l’abito comune della variegatissima sinistra che si voleva “rivoluzionaria”. Claudio era invece dotato di una grande e sempre cordiale ed empatica propensione al dibattito e al confronto, anche con persone politicamente molto lontane dalle sue idee, e anche di una forte e ancor più inusuale disposizione all’autoironia.

Forse aveva in parte ereditato queste qualità dal suo predecessore e mentore Umberto Tommasini, il “fabbro anarchico”, combattente in Spagna, confinato antifascista, esule in Francia, perseguitato da fascisti e comunisti, storico punto di riferimento e protagonista del movimento anarchico a Trieste fin dall’epoca austro-ungarica. Di lui Claudio aveva curato e pubblicato l’omerica autobiografia, tutta raccontata oralmente in dialetto triestino. Ho avuto il privilegio di conoscere anche Tommasini, che ho commemorato in Consiglio comunale nel 1980, in occasione della sua scomparsa.

Non solo Claudio era uno storico, docente di Storia della Spagna contemporanea nell’Università di Trieste, ma i suoi ideali politici vivevano di prospettive più storiche che legate alla stretta attualità, avevano forse come sfondo connaturato più i decenni, se non i secoli, che le settimane e i mesi del consueto dibattito politico o politico-culturale. Nonostante avessi fin dall’inizio aderito in linea di principio alla sua proposta, non c’era quindi nessuna fretta di metterla in pratica. Non ci incontravamo molto spesso, ma, quasi sempre, negli anni successivi, come i pensionati in panchina delle vignette di Altan, mi rammentava la sua proposta e io ribadivo la mia disponibilità. Alla fine, di proposito rinviato in proposito rinviato, il dibattito lo organizzò effettivamente il 12 febbraio del 1988, quasi una ventina di anni dopo la sua prima prospettazione, in un periodo in cui qualche intellettuale del movimento anarchico aveva cominciato a incuriosirsi al “libertarismo” americano. L’evento ebbe luogo nella sede degli anarchici triestini del Gruppo Germinal, la stessa di vent’anni e più prima. Entrarvi fu quasi un viaggio nel tempo, nei paraggi del ‘68.

La registrazione di quel dibattito è ricomparsa – miracoli della rete – da qualche settimana, quando i materiali della radio gestita dagli anarchici a Trieste in quegli anni sono stati riversati in Internet.

g.e. 

Primavera 2023

https://www.youtube.com/watch?v=rl7dB8oSQDw

Anarchico triestino

 


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